Dal 6 al 18 novembre 2022, Sharm El-Sheikh ha ospitato il 27° incontro annuale delle Nazioni Unite (COP27): capi di stato e leader climatici si sono riuniti nella città turistica egiziana nel tentativo di rilanciare l’azione globale sulla mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici e trovare possibili soluzioni per limitare il riscaldamento globale.
L’attuazione degli accordi esistenti sul clima e dei rispettivi impegni finanziari è stata al centro dei negoziati. Tuttavia, in un anno caratterizzato dal ritorno della guerra in Europa e dalle conseguenti ripercussioni geopolitiche ed economiche, promuovere ambiziosi obbiettivi climatici sembra una missione estremamente difficile.
Insieme alla COP28, che si terrà nel novembre 2023 negli Emirati Arabi Uniti, l’edizione di quest’anno segna il crescente impegno dei paesi della regione Mediterranea e Nord Africa nell’azione globale per il clima. Tuttavia, bilanciare gli impegni climatici con l’eccessiva dipendenza della regione dai combustibili fossili presenta diverse sfide economiche e politiche.
Con i cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare in tutta la regione viene compromessa. La produzione agricola è ostacolata da una grave scarsità d’acqua, dall’aumento delle temperature e da intense infestazioni di parassiti. Le risorse naturali, in particolare la biodiversità, sono minacciate senza sosta dagli impatti persistenti dei cambiamenti climatici. Gli incendi boschivi, sebbene per lo più di origine antropica, si moltiplicano.
Questi impatti, tra molti altri, stanno influenzando negativamente le produzioni agricole, i mezzi di sussistenza, in particolare quelli delle comunità rurali, costringendo molti ad abbandonare le loro terre e trasferirsi in città e insediamenti urbani.
La siccità all’interno di nazioni esportatrici come Nord America, Brasile, India e Australia può essere ancora più minacciosa per la sicurezza alimentare all’interno della regione rispetto alla siccità sperimentata in patria. La regione Mediterranea e Nord Africa è già il più grande importatore di cereali al mondo e nel prossimo futuro le sue importazioni alimentari saranno nuovamente destinate ad aumentare.
Presiedendo la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP27), il Cairo sta idealmente assumendo un ruolo guida nell’azione globale per il clima. La conferenza è un’opportunità per il governo egiziano di mostrare i risultati nei percorsi compiuti verso la transizione energetica, e anche l’ambizione generale della sua strategia climatica: l’Egitto mira a raggiungere una quota del 42% di energia rinnovabile nel suo mix elettrico entro il 2035 e ha approvato un’ampia serie di documenti per sostenere la sua transizione verde.
Inoltre, la COP27 è un’opportunità per il paese di sfruttare la sua posizione internazionale, l’attrattiva economica e la posizione diplomatica (in particolare per quanto riguarda l’Africa), poiché i temi principali dei colloqui rifletteranno le priorità più urgenti per il continente.
Poche settimane prima della COP27, l’Oman ha annunciato la sua ambizione di raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2050, essendo il quarto paese dell’area a farlo dopo Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Bahrein. Alla COP27, l’Oman ha pubblicato la sua strategia di neutralità del carbonio. Questo di per sé può essere visto come un punto di svolta per i paesi arabi, fortemente caratterizzati dalla ricchezza di idrocarburi, per integrare la decarbonizzazione economica nelle loro prospettive future.