FLUTTUAZIONI SUL MERCATO ITALIANO DEL BIO

Dal 2021 vige un aumento nei terreni che si occupano di BIO. Infatti, “le superfici biologiche crescono, nel 2021, di oltre 90 mila ettari”.[1] Con un incremento del +5% anche nei prossimi anni si pensa ad una stima del raggiungimento dei 2,7 mln di ettari NEL 2027, (ultimo anno della Pac 2023-2027), andando verso i 3mln nel 2030.[2]

Da sottolineare però, è la differenza nella tendenza in alcune regioni. Per esempio, la Campania (+55,0%), la Toscana (+25,0%) e il Friuli-Venezia Giulia (+23,4%),[3] le superfici biologiche crescono con ritmi mai visti. Mentre diversamente, in Sicilia si è vista una sostanziosa decrescita.

In alcuni casi, queste differenze scaturiscono dalla durata e dalla natura degli impegni agroambientali dei PSR 2014-2020 e anche all’uscita di nuovi bandi della Misura 11 nelle regioni dove si registra una notevole crescita e, invece, di una mancata copertura dell’impegno e dei relativi pagamenti a superficie laddove si evidenziano delle flessioni.[4]

Un’altra considerazione riguarda le evoluzioni che interessano gli operatori biologici che sono spesso assimilabili a quelle delle superfici. L’incidenza del numero delle aziende biologiche è però più basso (6,6%) rispetto alle superfici (17,4%).[5] La spiegazione di una simile differenza va ricercata nel diverso livello di specializzazione agricola che caratterizza le imprese biologiche, la dimensione aziendale, quasi tripla rispetto alle omologhe aziende convenzionali e con un livello di professionalizzazione tale da indurre a un aumento delle superfici coltivate fondamentale per giovarsi di economie di scala, e un maggior potere contrattuale nelle rispettive filiere produttive di attività.

Il Mercato: la domanda di prodotti biologici nel 2021

Nel 2020, il mercato nazionale del bio aveva realizzato ottime performance (+9,5% su 2019)[6] sostenuto dalla propensione delle famiglie italiane all’acquisto di alimenti genuini e salutari e dal confinamento domiciliare che ha aumentato le occasioni di acquisto presso i supermercati e ridotto il numero di pasti fuori casa.

Nel 2021, invece, il valore del mercato al consumo di prodotti biologici è stato di 3,38 Miliardi di euro (-4,6% rispetto al 2020) e la quota in valore, espressa dai prodotti biologici rispetto al totale del comparto agroalimentare italiano, resta stabile al 3,9%.[7]

Nel 2021, gli acquisti del biologico si concentrano sui prodotti freschi e non trasformati, in particolare frutta e verdura.[8] Un’altra importante categoria d’acquisto dove la componente bio è di valore è quella del latte e formaggi. Anche in questo caso, l’incidenza sul totale del mercato bio (20,4%) è superiore rispetto al peso che la categoria ha nell’agroalimentare italiano (13,2%).[9]

In controtendenza i vini (+5,7%) e le carni biologiche (+13%) che mostrano indici di crescita positivi e spazi di mercato ancora inesplorati;[10] non mancano perciò i presupposti per un aumento dell’incidenza del bio in questi comparti ad oggi poco rappresentati.

Distribuzione e canali di vendita – 2021

Il valore finale del mercato del biologico, anche nel 2021, è generato per il 62,7% nelle regioni del Nord del Paese così come accadeva nel 2020.[11] Nel Mezzogiorno, le vendite di biologico restano a livelli inferiori, anche se proprio nel Sud e nelle Isole si registrano le uniche tendenze di segno positivo (+3,1%).[12]

Le famiglie italiane acquistano i prodotti biologici soprattutto nei Super e negli Ipermercati che vedono aumentare la loro quota sui restanti canali di vendita del +1,0%. A confronto, si evidenzia la rappresentatività del canale “Negozi tradizionali” (25,2%) che, per il bio, significa catena specializzata nella vendita di prodotti biologici. Continua invece a crescere il biologico offerto dai Discount che, dopo il +9,4% del 2020, resta l’unico canale in crescita anche nel 2021.[13]

Le prime stime per il 2022

L’analisi del mercato ferma a maggio 2022 e limitata alla grande distribuzione, evidenzia un’ulteriore contrazione delle vendite sia rispetto ai primi cinque mesi dello scorso anno (-1,9%) che al 2020 (-1,1%).[14] Va infine ricordato che il valore del mercato incorpora la componente del prezzo. Il rincaro delle materie prime e dell’energia anche nel biologico ha portato a un aumento medio del prezzo delle referenze.

Quindi la sfida per le aziende Italiane sarà come presentarsi ad un consumatore attento al risparmio, dovuto alla crisi globale, e in che modo rappresentarsi e come essere competitivi in tale contesto, nel rispetto delle norme e il livello qualitativo.


[1] “Attività di diffusione del Programma DIMECOBIO IV – 2022-2025” realizzato da Ismea e Ciheam-Bari

[2] “Attività di diffusione del Programma DIMECOBIO IV – 2022-2025” realizzato da Ismea e Ciheam-Bari

[3] “Attività di diffusione del Programma DIMECOBIO IV – 2022-2025” realizzato da Ismea e Ciheam-Bari

[4] “Attività di diffusione del Programma DIMECOBIO IV – 2022-2025” realizzato da Ismea e Ciheam-Bari

[5] “Attività di diffusione del Programma DIMECOBIO IV – 2022-2025” realizzato da Ismea e Ciheam-Bari

[6] “Attività di diffusione del Programma DIMECOBIO IV – 2022-2025” realizzato da Ismea e Ciheam-Bari

[7] “Attività di diffusione del Programma DIMECOBIO IV – 2022-2025” realizzato da Ismea e Ciheam-Bari

[8] “Attività di diffusione del Programma DIMECOBIO IV – 2022-2025” realizzato da Ismea e Ciheam-Bari

[9] “Attività di diffusione del Programma DIMECOBIO IV – 2022-2025” realizzato da Ismea e Ciheam-Bari

[10] “Attività di diffusione del Programma DIMECOBIO IV – 2022-2025” realizzato da Ismea e Ciheam-Bari

[11] “Attività di diffusione del Programma DIMECOBIO IV – 2022-2025” realizzato da Ismea e Ciheam-Bari

[12] “Attività di diffusione del Programma DIMECOBIO IV – 2022-2025” realizzato da Ismea e Ciheam-Bari

[13] “Attività di diffusione del Programma DIMECOBIO IV – 2022-2025” realizzato da Ismea e Ciheam-Bari

[14] “Attività di diffusione del Programma DIMECOBIO IV – 2022-2025” realizzato da Ismea e Ciheam-Bari

     


     

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