L’analisi che Nomisma ha presentato in occasione di Rivoluzione Bio 2023, gli Stati generali del biologico, ha rilevato una crescita del Bio Italiano per quanto riguarda superfici agricole, operatori ed export, mentre i consumi interni rimangono in netto calo rispetto agli anni precedenti.
In crescita il consumo fuori casa di prodotti Bio rispetto al 2022, e si rileva che il calo di acquisto diretto di consumi Bio sia dovuta alla recente inflazione e costo elevato delle materie prime.
Iper e supermercati sono il canale che veicola la maggior parte delle vendite Bio: superano 1,5 miliardi di euro a luglio 2023, segnando un +4% rispetto allo scorso anno. Al secondo posto per dimensioni i Discount, con vendite di biologico pari a 319 milioni di euro, in crescita del +12% rispetto all’anno precedente. Al terzo posto, invece, i Liberi Servizi con vendite per 163 milioni (+2%).[1]
Una notizia positiva rimane sull’occupazione del suolo. L’Italia, con oltre 2,3 milioni di ettari detiene la più alta percentuale di superfici Bio sul totale (19% contro una media europea ferma al 12%), ed è ormai vicina al target del 25% di superfici investite a Bio, previsto dalla Strategia Farm to Fork per il 2030.[2]
Da sottolineare, sono le richieste dei consumatori italiani in merito al Bio. Nell’atto di acquistare danno maggiore importanza ai benefici per la dieta, la tracciabilità del prodotto e in modo molto più rilevante se i prodotti alimentari sono composti da materie prime 100% Made in Italy.
Ma il dato fondamentale di questo studio riguarda sicuramente l’export. “L’Italia si conferma top exporter di prodotti agroalimentari Bio in Europa. Qualità dei prodotti, apprezzamento dei consumatori per il Made in Italy e sistema di tracciabilità garantito dal marchio Bio” – ha dichiarato Evita Gandini, Head of Market Insight NOMISMA.[3]
Con una crescita del 8% nel 2023 rispetto al 2022, l’export del Bio italiano ammonta a 3,6 miliardi di euro nel 2023. Una crescita costante nel tempo grazie al crescente riconoscimento del marchio all’estero e della qualità e nomea del Made in Italy nel mondo.
Dominano i prodotti agroalimentari con l’81% totale, a seguire il vino con il 19%, in continua espansione sui mercati internazionali. In testa come acquirenti, la Germania, la Francia e il Benelux in Europa. Mentre USA, UK e Svizzera per i mercati extra-EU. Rimangono molte opportunità di sviluppo nei mercati asiatici e negli stati membri Arabi.
In vista della maggiorazione di vendite nell’export e l’aumento dei terreni coltivati internamente, ci sono grosse possibilità per il Bio Italiano anche se bisogna mantenere una continua attenzione a fattori come l’aumento delle materie prime, l’inflazione, e il bisogno di comunicare i valori del Bio in un modo più efficace al consumatore finale.
[1] Osservatorio SANA. Crescono i consumi fuori casa e l’export di bio – Green Planet
[2] Osservatorio SANA. Crescono i consumi fuori casa e l’export di bio – Green Planet
[3] Osservatorio SANA. Crescono i consumi fuori casa e l’export di bio – Green Planet