Il progetto “Preparati ad alta diluizione per la difesa delle piante per sistemi agricoli a basso impatto ambientale”, del Gruppo Operativo (GO) PAD BIO è un progetto di innovazione di durata triennale che ha avuto inizio nel settembre 2016 e si è concluso nel gennaio 2020, co-finanziato dalla Regione Emilia Romagna, nell’ambito del Programma Regionale di Sviluppo Rurale 2014-2020.
Il piano è stato sviluppato a partire dalla necessità delle aziende agricole biologiche di utilizzare preparati innovativi di tipo preventivo per la difesa delle colture dalle avversità, come integrazione ed eventualmente sostituzione dei preparati attualmente in commercio, che siano migliorativi dal punto di vista della quantità delle sostanze inquinanti depositate nelle colture trattate, di stimolo ai meccanismi naturali di difesa delle piante, con un minor impatto ambientale su acqua e suolo. Il fabbisogno rilevato nasce infatti proprio dalle aziende biologiche, che si trovano ad affrontare il problema generalizzato del numero limitato di prodotti naturali efficaci nelle strategie di difesa dalle malattie e parassiti delle piante, nonché il costo elevato degli stessi. I preparati ad alta diluizione rispondono ad entrambe queste necessità. Tali preparati sono adatti all’utilizzo in agricoltura biologica, in quanto prodotti a partire da sostanze naturali ammesse dallo standard, utilizzate in piccolissime quantità, e introducono un margine di miglioramento in termini di costo rispetto ai prodotti utilizzati finora.
I primi beneficiari diretti del progetto sono state le aziende agricole del Gruppo Operativo, che grazie alle attività previste hanno potuto sperimentare e prendere parte alla ricerca sui PAD, tramite prove sul campo dirette a 7 appezzamenti delle proprie colture coltivati in agricoltura biologica (pero, vite, ciliegio, grano duro, pomodoro a pieno campo, melanzana, lattuga).
Poiché tali preparati ad alta diluizione non lasciano residui sui prodotti agricoli, i beneficiari finali del piano sono stati sia i produttori agricoli biologici, sia i consumatori finali di prodotti biologici.
Ovviamente tali preparati potrebbero e dovrebbero essere usati anche da aziende agricole che adottano tecniche di lotta integrata come strumento di supporto alla gestione delle fitopatie riscontrate in campo.
L’importanza del perseguire percorsi di ricerca e innovazione in questa linea è giustificata anche dal fatto che, secondo i dati forniti dal Sinab, riferiti al 31/12/2014, in Italia esistono 42.546 produttori agricoli biologici, e 6.104 aziende agricole che effettuano sia attività di produzione che di preparazione, per un totale di 48.650 Aziende agricole. L’Emilia Romagna registra la presenza di 2.678 produttori esclusivi e 327 aziende che si occupano sia di produzione che di preparazione, per un totale di 3.005 aziende, con un incremento annuo complessivo degli operatori biologici del 4,2% (dati al 31/12/2014, provenienti da Sinab– Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica, “Bio in cifre 2015”). Questi dati testimoniano come l’agricoltura biologica abbia ormai una posizione centrale e primaria nel panorama della produzione agricola, di conseguenza è necessario trovare nuovi strumenti di difesa che siano sostenibili sotto tutti gli aspetti economici-ambientali e sociali senza andare a discapito della qualità, sanità e appetibilità dei prodotti.
CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEI PRODOTTI AD ALTA DILUIZIONE
I PAD sono dei prodotti innovativi per il controllo delle avversità sulle colture e partono da materie prime già approvate nell’agricoltura biologica (come zolfo, rame, equiseto), che vengono usate ad alta diluizione, tramite a un processo di “dinamizzazione”.
È stato dimostrato che i PAD aumentano la resilienza delle piante agli agenti patogeni biotici e agli stress ambientali e climatici, andando a sviluppare la loro capacità di adattamento ai fattori di stress esterni.
I PAD possiedono le seguenti caratteristiche:
• Capacità di non rilasciare residui sulle produzioni agricole rendendole più salubri;
• Eliminazione dell’immissione di sostanze chimiche di sintesi nell’ambiente;
• Riduzione della quantità utilizzata e necessaria di materie prime naturali;
• Processi di produzione a bassa energia, poiché a freddo;
• Facilità di riprodurre a livello territoriale le unità di produzione e quindi riduzione dei costi di acquisto e di trasporto del prodotto verso l’utilizzatore (produzione locale / km 0).
PARTENARIATO
Di seguito i membri del Gruppo Operativo PAD BIO:
• BIOAGRICOOP S.C.R.L. – capofila
• ALMA MATER STUDIORUM, Università di Bologna, Facoltà di Agraria – Dipartimento DipSA
5 aziende agricole coinvolte nei 3 anni di sperimentazione sul campo:
• Agri-bio Il Poggio di Claudio Cinelli
• Azienda Agricola Poletti Roberto
• Azienda Agricola Rocchi Nino
• Azienda Agricola Baroni Pierluigi
• Società Agricola Corte Roma di Rocchi Nino
RISULTATI OTTENUTI
Osservando il pero si nota che il trattamento PAD OM II effettuato con Sulphur 200 CH e Sulphur 6 DH ha permesso in tutti e 3 gli anni di ridurre drasticamente la percentuale di pere infestate da Cydia pomonella al momento del raccolto. Questo trattamento era stato inizialmente stabilito per difendere la coltura da attacchi di natura fungina e invece dalla sperimentazione è apparso chiaro come questo abbia avuto un effetto nei confronti dell’insetto lepidottero Cydia pomonella che, allo stadio larvale, scava gallerie nel frutto determinandone il deprezzamento qualitativo, la comparsa di funghi saprofiti e infine la marcescenza.
Si tratta sicuramente di un risultato inatteso e sorprendente che necessita di un ulteriore approfondimento e di essere ulteriormente indagato per essere definitivamente validato. Questo risultato dice che probabilmente è stato fatto un primo passo in avanti per la scoperta di una nuova modalità di difesa biologica del pero dal flagello della Cydia che è responsabile di perdite produttive non indifferenti nel panorama pericolo della Regione Emilia-Romagna.
Per quanto riguarda il frumento si nota che in tutti e tre gli anni i trattamenti testati OM I (a base di Arsenico 45 DH e Carbo vegetabilis 4 CH), OM II (a base di Silicea 200 CH e 30 CH) ed Equiseto hanno permesso una riduzione dell’indice di malattia fungina da Ruggine. Inoltre in tutti e 3 gli anni l’Equiseto ha permesso di ottenere delle produzioni maggiori rispetto a quelle ottenute nelle parcelle di controllo negativo. Di conseguenza anche in questo caso si potrebbe essere di fronte alla scoperta di nuovi prodotti biologici in grado di ridurre le malattie su frumento ma si rende necessaria un’ulteriore indagine per riconfermare e approfondire il loro funzionamento ed efficacia.